ARRESTI PER CAPORALATO A CESSALTO: “ATTUARE SUBITO PROTOCOLLO REGIONALE E CONTROLLO DI VICINATO”

Alla luce della notizia riguardante due arresti per caporalato avvenuti ieri nella zona di Cessalto, il Pd provinciale lancia due proposte con la finalità di giungere ad una soluzione del problema: l’attuazione del protocollo regionale ideato per contrastare il fenomeno con il coinvolgimento dei comuni e la messa a punto di una forma di “controllo di vicinato” ad hoc a difesa degli imprenditori agricoli onesti.

“Le inchieste e gli arresti che periodicamente colpiscono la provincia di Treviso dimostrano che il caporalato è un fenomeno ben più radicato di quanto si possa immaginare, una piaga che rischia di infettare tutto il sistema produttivo locale. Serve quindi la massima fermezza per combattere  queste forme di sfruttamento al limite della schiavitù”. Lo afferma Giovanni Zorzi, segretario provinciale del Partito Democratico a Treviso. 

“L’ennesimo episodio di caporalato nell’area dell’opitergino-mottense dimostra che bisogna intervenire con urgenza e determinazione, soprattutto per impedire che le organizzazioni criminali possano approfittare dell’imminente ripresa delle attività economiche – continua Zorzi -. Per questo invitiamo gli stessi sindaci dei 15 comuni dell’opitergino-mottense che hanno recentemente adottato il regolamento di polizia rurale a dare seguito, insieme alle parti sociali, al protocollo regionale contro il caporalato. Sarebbe il modo migliore e più efficace ed immediato per passare dalle parole ai fatti, trasformando la lotta al caporalato e la difesa della legalità e della dignità delle persone in un impegno amministrativo coordinato sul territorio”.

Sul tema interviene anche Giulia Tonel, consigliere comunale a Motta di Livenza e portavoce provinciale Donne Democratiche Treviso. “È impensabile che nel nostro Veneto e nella nostra provincia, nel 2021, ci siano persone che vivono come schiavi – afferma Tonel -. Il caporalato va estirpato dai nostri campi come i contadini veneti fanno con le erbacce.Occorre destinare più risorse ai controlli, agli Ispettorati del Lavoro, alle forze dell’ordine. E bisogna garantire una tutela a chi denuncia, come è stato fatto con successo a supporto delle vittime delle tratte”.

“Non solo: il vero “controllo del vicinato” andrebbe applicato contro i caporali, a difesa degli onesti imprenditori agricoli veneti, vessati da concorrenti furbi e disonesti – chiude Tonel -. I proprietari terrieri devono assumersi finalmente la responsabilità delle squadre di lavoratori che lavorano nei loro campi. Non possiamo più nascondere la testa sotto alla sabbia, il caporalato nella provincia di Treviso purtroppo esiste, e siamo tutti chiamati a fare la nostra parte per garantire un lavoro dignitoso nelle nostre terre”.

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