“L’allarme lanciato dal presidente di Unioncamere non ci sorprende, ci auguriamo però che si apra ora, anche da parte del mondo imprenditoriale, un dibattito serio sull’argomento”. Lo dichiara Giovanni Zorzi, segretario provinciale del Partito Democratico a Treviso. “È da anni – aggiunge – che evidenziamo la gravità della situazione determinata dalla fuga dei giovani, specializzati e non, dalla nostra provincia. Da dieci anni a questa parte, le statistiche registrano la fuga di mille giovani trevigiani all’anno, che si trasferiscono altrove alla ricerca di lavori retribuiti e stabili, di stimoli e opportunità che in questi territori non riescono a trovare”. 

“Se vogliamo trattenere i giovani che hanno portato a termine il proprio percorso di studi, grazie anche ai sacrifici delle loro famiglie, e se vogliamo attrarne da fuori provincia, non è più rinviabile una riflessione sulle ragioni per cui la provincia di Treviso è al trentaseiesimo posto nella classifica delle province italiane per livello di retribuzioni, addirittura l’ultima in Veneto – continua ancora Zorzi -. È qui che si deve intervenire: se le nostre aziende vogliono attrarre manodopera qualificata per vincere le grandi sfide globali, dalla svolta digitale alla transizione ecologica, non possono continuare a pensare che la partita della competitività si giochi sul ribasso dei salari e dei costi del lavoro e sulla precarietà dei contratti”. 

“Ma non basta: non è questione solo di scelte aziendali – conclude il segretario del Pd – Serve un’azione diretta della politica locale a favore di giovani, coppie e famiglie. Mancano asili nido e politiche per la casa. In un contesto territoriale dominato dalle destre, finora questa domanda non ha trovato adeguata risposta. Per noi invece dare alle persone gli strumenti per portare avanti in sicurezza, autonomia e dignità i propri progetti di vita è una priorità, a maggior ragione se si vuole rendere più attrattive le nostre comunità”.