VIA DEL MARE: “PAGARE UNA STRADA ESISTENTE PER ANDARE AL MARE NON SERVE NÉ AI VENETI NÉ AI TURISTI”

“Zaia vuole così tanto bene alla sua provincia che dopo la Superstrada Pedemontana regala ai trevigiani un’altra strada a pagamento. Ribadiamo con forza la nostra contrarietà a trasformare una delle ultime strade gratuite ad alto scorrimento della Marca in un’altra strada a pedaggio. Mettere le mani nelle tasche di cittadini e lavoratori, con il rischio poi di compromettere comunque i conti della Regione, come sta succedendo per la SPV, non è la soluzione. Anzi crea solo problemi in termini di traffico e sicurezza nelle vie secondarie dei centri abitati dei comuni coinvolti”. Lo afferma Giovanni Zorzi, segretario provinciale del Partito Democratico di Treviso, riferendosi alla superstrada “Via del Mare”, nel giorno della firma dell’accordo tra la Regione Veneto e Sis, il consorzio che si occuperà di realizzare e gestire successivamente l’opera.

“Si tratta di un progetto vecchio di oltre dieci anni – afferma Matteo Favero, responsabile Ambiente del Pd Veneto – che peraltro non risolve il collo di bottiglia di accesso a Jesolo e alle altre località del litorale di Cavallino con un sottodimensionamento delle previste arterie di redistribuzione del tratto verso il litorale. Senza contare le serie conseguenze su di un territorio prezioso adiacente alla laguna di Venezia, ovvero uno degli ecosistemi lagunari più estesi e più importanti d’Europa e dell’intero bacino Mediterraneo, impattando in maniera pesante sulla viabilità comunale dei territori attraversato”.

Interviene anche il consigliere regionale Andrea Zanoni. “Questa convenzione è una creatura esclusiva del presidente Zaia, è grazie anche a precise omissioni della regione nell’applicare alcuni contenuti della convenzione tra Regione-SIS sulla Superstrada pedemontana veneta se oggi è stato possibile sottoscrivere questa convenzione sulla Treviso Mare – afferma Zanoni -. Il codice degli appalti parla chiaro, le carenze nell’esecuzione di un precedente contratto di appalto come, ad esempio, il ritardo nell’adempimento dell’opera, cosa arci nota nel caso della SPV, esclude la possibilità di sottoscrivere altri contratti con la ditta inadempiente, in pratica questa convenzione sulla Treviso – Mare non si sarebbe potuta sottoscrivere.

“Ora è tutto chiaro del perché Zaia non ha mai applicato le sanzioni alla SIS per i ritardi dei lavori, calcolati a maggio 2023 dalla Corte dei Conti di Venezia,  da 3 ai 6 anni circa, a seconda dei singoli lotti, con la penale di 25.000 euro per ogni mese di ritardo prevista dalla convenzione della SPV del 2017, per una somma che varia dai 900.000 euro a 1.800.000 euro; perché, se lo avesse fatto, a norma del codice degli appalti sarebbe stato ostativo ad una nuova convenzione con un soggetto inadempiente – dice ancora Zanoni -. Tutto ciò per trasformare una strada gratuita dei cittadini veneti in una strada a pagamento utile soprattutto al privato per fare profitto e gravemente penalizzante per i cittadini, chi usa questa strada per andare al lavoro si ritroverà con una cifra annua da sborsare che va da 1.000 euro per chi usa l’auto e 2000 euro per chi deve usare camion e furgoni.

I cittadini devono essere consapevoli di quanti danni sta provocando l’amministrazione Zaia: prima con la pedemontana che causerà un buco nelle casse della regione superiore ai 200 milioni di euro l’anno, per ben 39 anni fino al 2064 e ora con la Treviso Mare che diventerà a pagamento.

Mi auguro che il contenzioso legale promosso dai sindaci presso il TAR Veneto possa bloccare questo progetto fuori del tempo che penalizzerà i territori e metterà una tassa per poter usufruire di un bene pubblico realizzato con i sacrifici dei nostri padri/madri e nonni/e”.

“Conosciamo bene – concludono i tre esponenti dem – la necessità di un aggiornamento viario di questa arteria e dell’accesso alle spiagge del Veneziano ma in tutti i casi la Treviso Mare deve restare gratuita. A meno che questa operazione non rientri in un disegno più ampio di logistico-commerciale per lo sfruttamento delle ultime aree verdi rimaste e di risiko sulle concessioni autostradali nazionali”.

Zorzi, Favero e Zanoni annunciano infine l’appuntamento in programma giovedì 1 febbraio a Roncade, alla presenza della sindaca Pieranna Zottarelli e dei sindaci interessati dal tracciato che in questi mesi si stanno mobilitando anche per le vie legali con un ricorso al Tar contro un progetto che considerano un inutile spreco di risorse e di suolo e che rischia di provocare seri disagi alle loro comunità (locandina allegata).

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